La storia dello sciroppo d’acero
Esistono molte leggende a riguardo, alcune delle quali hanno come protagonisti anche degli animali. Secondo alcuni racconti, gli amerindi avrebbero osservato dei cani, oppure degli scoiattoli, leccare la linfa di acero che fuoriusciva dalla corteccia e li avrebbero imitati scoprendo così il prezioso nettare.


Nel XIX secolo, grazie ai progressi scientifici dell’epoca, ci furono grandi cambiamenti nei metodi di raccolta e produzione dello sciroppo d’acero: intorno al 1850 i contenitori in ferro vennero sostituiti da evaporatori a due pentole molto più efficienti rispetto ai bollitori che permisero di dimezzare i tempi di cottura. Inoltre, i trattori cominciarono a prendere il posto degli animali da tiro per trasportare la linfa dagli alberi alle capanne di zucchero.
La medesima linfa veniva successivamente raccolta e bollita lentamente dalle donne della tribù dentro a vasi di terracotta, sopra a fuochi collocati sotto a un tetto fatto di rami d’albero (in pratica una sorta di sistema antenato delle Sugar Shacks/Cabane à sucre ovvero le “capanne dello zucchero” tipiche del Canada orientale).
Bisogna però ricordare che sino a inizio ‘900 la produzione di sciroppo d’acero avveniva esclusivamente a livello famigliare; fu solo a partire dall’inizio del XX secolo che nacque una vera e propria industria, anche perché i primi coloni erano maggiormente interessati al commercio delle pellicce e allo sfruttamento del legname proveniente dalle foreste. In questo periodo lo sciroppo d’acero iniziò a diffondersi sempre di più nei supermercati e fu proprio negli anni ’20 che nacque la classificazione dello sciroppo d’acero in cinque categorie.
Negli anni ’70 i progressi tecnici permisero ai produttori di utilizzare macchine ad osmosi inversa per rimuovere l’acqua dalla linfa prima che avvenisse l’ebollizione; inoltre si iniziarono a utilizzare contenitori di stoccaggio più grandi e funzionali e preriscaldatori per ridurre la perdita di calore. In seguito, la produzione dello sciroppo d’acero si evolse sempre di più fino ad arrivare al modello che è utilizzato ai giorni nostri.
