La storia dello sciroppo d’acero

Sapete come e quando è nato lo sciroppo d’acero? La storia dello sciroppo d’acero affonda le sue radici molto tempo prima dell’arrivo dei primi coloni europei: i nativi americani, infatti, erano già in grado di raccogliere la linfa d’acero e trasformarla in sciroppo.

Esistono molte leggende a riguardo, alcune delle quali hanno come protagonisti anche degli animali. Secondo alcuni racconti, gli amerindi avrebbero osservato dei cani, oppure degli scoiattoli, leccare la linfa di acero che fuoriusciva dalla corteccia e li avrebbero imitati scoprendo così il prezioso nettare.

 

Anche la produzione dello sciroppo d’acero non manca di miti. Il più famoso dei quali probabilmente è quello che vuole come primo produttore di sciroppo d’acero la moglie di un capo tribù: una mattina di fine inverno il marito della donna uscì per andare a caccia prendendo il tomahawk che aveva conficcato nell’albero la sera prima.

Il clima caldo di quella giornata però iniziò a far scorrere la linfa lungo il tronco che andò poi a riempire un contenitore posto ai piedi dell’albero. La donna pensando che fosse acqua pura vi cucinò della carne per la cena. La cottura trasformò la linfa in sciroppo insaporendo così la pietanza.

Tra fine ‘700 e inizio ‘800 iniziò l’esportazione di sciroppo d’acero, in particolare verso la Francia che ne vide un gran consumo tra i nobili e le classi più abbienti.

Nel XIX secolo, grazie ai progressi scientifici dell’epoca, ci furono grandi cambiamenti nei metodi di raccolta e produzione dello sciroppo d’acero: intorno al 1850 i contenitori in ferro vennero sostituiti da evaporatori a due pentole molto più efficienti rispetto ai bollitori che permisero di dimezzare i tempi di cottura. Inoltre, i trattori cominciarono a prendere il posto degli animali da tiro per trasportare la linfa dagli alberi alle capanne di zucchero.

Leggende a parte, i primi metodi di raccolta della linfa dei nativi americani prevedevano un taglio a forma di V nella corteccia degli aceri e l’inserimento di un pezzetto di legno sul fondo del taglio: la linfa sarebbe in seguito fuoriuscita dal cuneo in legno sin dentro a cestini collocati alla base dell’albero.

La medesima linfa veniva successivamente raccolta e bollita lentamente dalle donne della tribù dentro a vasi di terracotta, sopra a fuochi collocati sotto a un tetto fatto di rami d’albero (in pratica una sorta di sistema antenato delle Sugar Shacks/Cabane à sucre ovvero le “capanne dello zucchero” tipiche del Canada orientale).

Furono proprio i nativi a spiegare ai primi coloni come incidere il tronco degli alberi all’inizio della primavera, raccogliere la linfa, farla bollire in calderoni di ferro e infine versarla in piccoli stampi di legno di varie forme.

Bisogna però ricordare che sino a inizio ‘900 la produzione di sciroppo d’acero avveniva esclusivamente a livello famigliare; fu solo a partire dall’inizio del XX secolo che nacque una vera e propria industria, anche perché i primi coloni erano maggiormente interessati al commercio delle pellicce e allo sfruttamento del legname proveniente dalle foreste. In questo periodo lo sciroppo d’acero iniziò a diffondersi sempre di più nei supermercati e fu proprio negli anni ’20 che nacque la classificazione dello sciroppo d’acero in cinque categorie.

Negli anni ’70 i progressi tecnici permisero ai produttori di utilizzare macchine ad osmosi inversa per rimuovere l’acqua dalla linfa prima che avvenisse l’ebollizione; inoltre si iniziarono a utilizzare contenitori di stoccaggio più grandi e funzionali e preriscaldatori per ridurre la perdita di calore. In seguito, la produzione dello sciroppo d’acero si  evolse sempre di più fino ad arrivare al modello che è utilizzato ai giorni nostri.

LE 4 CLASSI DI  SCIROPPO D’ACERO

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